mercoledì 23 marzo 2016

Homework 10 - La macchina nella società e nella cultura moderna

LA DINAMICA SCHIAVO/PADRONE TRA 

UOMO E MACCHINA

Tra alienazione e progresso scientifico

Un interrogativo inquietante caratterizza il modo di vivere del cittadino medio del mondo del terzo millennio: Siamo in grado di vivere anche solo un giorno senza tecnologia?
Una domanda apparentemente banale, ma allo stesso tempo dalla risposta non immediata o quantomeno non così semplice come si sarebbe portati a pensare. Questo primo interrogativo spalanca terribilmente le porte a molti altri: esiste una buona e una cattiva tecnologia? Esiste una tecnologia utile e una inutile? Quand'è che l'uomo domina la macchina e quando invece è lui ad essere dominato? E soprattutto, in quest'ultimo caso, ne abbiamo coscienza?

Ecco che quindi un'altra parola chiave legata al rapporto uomo/macchina (o uomo/tecnologia, se preferite) emerge da quest'analisi: ALIENAZIONE. 
Si pensi infatti alla vita di tutti i giorni e all'utilità e alla praticità che hanno strumenti come telefoni cellulari, laptop o simili. La velocità con la quale troviamo proprio quell'informazione che cercavamo è di un'unicità sconvolgente se si pensa anche solo rispetto a vent'anni fa! E se si pensa all'utilità e alla comodità di oggetti domestici come l'aspirapolvere, la lavatrice, o la lavastoviglie, tutte macchine che hanno certamente portato vantaggi nella vita dell'uomo. Per non parlare poi della macchina forse più utilizzata oggigiorno: il computer. Esso permette di elaborare una quantità di dati sensibili e di svolgere un numero di operazioni spaventoso se paragonato alle capacità di un comune essere umano.
Sono quindi tutti aspetti positivi quelli legati alla tecnologia? Purtroppo no. 



Ci si accorge di ciò osservando il comportamento del ragazzo medio che passeggia per strada completamente rapito dal cellulare, come se quel mostro tecnologico avesse irreversibilmente risucchiato la sua anima; e quante volte capita ad esempio che una coppia seduta al tavolo di un ristorante trascorra tutta la sua cena pseudo-romantica ognuno digitando freneticamente i tasti del proprio cellulare. E come questi tanti altri esempi tratti dalla vita quotidiana inducono a pensare che a un certo punto questa dinamica schiavo-padrone tra uomo e tecnologia nella nostra società abbia già raggiunto il suo limite, e che tale limite lo si stia lentamente (davvero così lentamente?!) superando a favore di un'inversione dei ruoli in questo conflitto hegeliano, in cui non siamo più noi a dominare bensì ad essere dominati, non siamo più noi i soggetti bensì gli oggetti di quello che nato come uno strumento sta rendendo l'uomo strumento di se stesso, disumanizzandolo e snaturandolo di tutto ciò che di bello e romantico lo ha sempre contraddistinto da una fredda e stupida macchina senz'anima! 

mercoledì 16 marzo 2016

Papercall - Call for a contribution to a book entitled "The Machine, a Knowledge Item"

Simulare il mondo attorno a noi

keywords: Conoscenza, simulazione, computer.

Oggigiorno la conoscenza passa sempre più e sempre più forzatamente attraverso l'utilizzo delle macchine. Cosa possiamo fare senza il loro aiuto? Quasi più nulla ormai! Nel campo della ricerca scientifica questo fattore è estremamente esaltato e domina l'avanzamento della stessa. La conoscenza della materia, delle sue proprietà e del suo comportamento in situazioni ben definite è diventata una priorità della scienza applicata. Quest'ultima si sta evolvendo sempre più verso nuovi orizzonti in cui è necessario essere in grado di prevedere in modo accurato l'evoluzione di un dato sistema senza necessariamente condurre degli esperimenti di laboratorio ogni volta che si desidera indagare una nuova condizione operativa. Ecco che la simulazione di processo entra con prepotenza nel mondo della scienza applicata e della tecnologia. Essa permette di sviluppare modelli predittivi di un dato sistema che consentono di prevedere (con un grado di accuratezza elevato quanto si vuole) l'evoluzione del sistema in esame. Su queste solide premesse si sono sviluppati campi di ricerca come la dinamica molecolare o la fluidodinamica computazionale nei quali la macchina (il computer in questo caso) è se non la vera protagonista (quella resta pur sempre la mente del ricercatore che ne fa uso) comunque un'elemento essenziale per questo tipo di conoscenza. Sarebbe impensabile e assurdo condurre simulazioni di questo tipo senza l'ausilio del computer. Questa nuova frontiera della conoscenza scientifica (utilizzata ormai da decenni) non rappresenta assolutamente un punto d'arrivo, bensì un punto da cui partire, da cui evolversi, verso orizzonti sempre più ampi, ma allo stesso tempo sempre più specifici e dettagliati.

Homework 9 - La "macchina" che ricopre un ruolo centrale all'interno de "I Buddenbrook"


 Richiamando la definizione data da Vittorio Marchis sul termine macchina,

 "Macchina: ogni dispositivo che consumando una risorsa modifica lo stato (l'ordine) di un sistema (Vittorio Marchis, 1990)",

diventa più che ragionevole identificare all'interno dell'opera letteraria "I Buddenbrook" la macchina che ricopre un ruolo centrale come LA DITTA della stessa famiglia Buddenbrook.
La ditta infatti può essere vista come un dispositivo (un insieme di uomini e tecnologie) atte a modificare lo stato (l'economia) di un sistema (la società).
 
 Thomas Mann infatti ci racconta la decadenza di una famiglia borghese (appunto, I Buddenbrook, simbolo anche della decandenza di un'intera classe sociale, l'aristocrazia mercantile) che si ripercuote nelle sorti della loro ditta attarverso un  progressivo degrado lungo quattro generazioni.

 All'inizio gli affari vanno molto bene; la famiglia Buddenbrook vive in uno stato di prosperità economica grazie ai guadagni della ditta:

"Sedevano nella «stanza dei paesaggi» al primo piano dell’ampia antica casa
della Mengstrasse che la ditta «Johann Buddenbrook» aveva comperato negli ultimi
tempi e che la famiglia abitava da non molto."

 
 Il processo di degrado inizia ad accentuarsi con la conduzione della ditta da parte di Thomas (Tom), anche se il rischio concreto di un tracollo totale non si verifica mai. Si tratta infatti più di un'insicurezza psicologica (l'introspezione psicologica dei personaggi principali è una delle innovazioni introdotte in quest'opera da parte di T. Mann), sebbene la ditta stia registrando delle effettive perdite:
 "Che però la ditta «Johann Buddenbrook» non
fosse più quella di una volta, eh, questa sembrava una verità così nota a tutti che il signor Stuht della Glockengiesserstrasse poteva raccontarla a sua moglie, quando a mezzogiorno mangiavano insieme la zuppa di lardo... E Thomas Buddenbrook ne gemeva dentro. Tuttavia era proprio lui che aveva soprattutto contribuito a far sorgere quell’opinione. Era ricco, e nessuna perdita subita, non esclusa quella pesante del ‘66, aveva potuto mettere seriamente in questione l’esistenza della ditta."

 La decadenza totale si concretizza solo alla fine del romanzo, con la morte di Thomas e Hanno (unico possibile erede della dinastia Buddenbrook, essendo l'ultimo erede maschio) e la ditta che viene liquidata. Il nome della famiglia è  ormai lontanissimo dal prestigio di un tempo.

"..i Buddenbrook sono finiti, sono
definitivamente liquidati, si ritirano, e gli Hagenström prendono il loro posto al suono di fanfare..."

"Il fatto era che si doveva liquidare, che la ditta doveva scomparire..."
 

sabato 12 marzo 2016

Idee libere - La meccanica del cuore di Mathias Malzieu (2012)


È il 1874 e in una vecchia casa in cima alla collina più alta di Edimburgo il piccolo Jack nasce con il cuore completamente ghiacciato. La bizzarra levatrice Madeleine, dai più considerata una strega, salverà il neonato applicando al suo cuore difettoso un OROLOGIO A CUCU'.

Il bimbo così vivrà grazie a dei meccanismi di ferro e metallo che muovono le lancette del suo nuovo battito dirigendo il traffico delle emozioni.

Una soluzione geniale, quella di Madeleine , ma ahimè alquanto fragile e pericolosa poiché l’intensità dei sentimenti, le forti emozioni potrebbero risultargli fatali. La raccomandazione da seguire severamente: “Uno, non toccare le lancette. Due, domina la rabbia. Tre, non innamorarti, mai e poi mai. Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno, e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi”.

..“Hai in mano la carta vincente: il tuo cuore. Tu credi che sia una debolezza, ma se l’accetti per quello che è, l’orologio-cuore ti renderà speciale”..

 QUANDO LA MACCHINA DIVENTA ALLO STESSO TEMPO
DISPENSATRICE DI VITA MA ANCHE DI MORTE.
LA MACCHINA...CON LE SUE REGOLE..
...L'UOMO...E IL SUO CORAGGIO DI INFRANGERLE!

Homework 7 - La presenza della macchina nell'opera letteraria "I Buddenbrook"


Toccò con cautela un germoglio su
uno dei tronchi grossi e rotondi, esaminò con tenerezza i ventagli che si dispiegavano
maestosi, e qua e là tagliò con le forbici una punta ingiallita... (p. 134)

Non è nulla... il barometro è
sceso troppo all’improvviso... ci sarà un piccolo acquazzone, un rovescio... una cosa
breve. Tanto, papà non è ancora pronto. Potremo aspettare tranquillamente che sia
passata.» (p. 159)

Lentamente, con un profondo sospiro, si passò la mano sulla fronte e sugli
occhi, accese macchinalmente un’altra sigaretta, pur sapendo che gli faceva male, e
attraverso il fumo continuò a guardare nel buio... (p. 301)

Di sera, quando le lampade a gas illuminavano a giorno ogni
angolo dell’ufficio, egli non trascurava mai di mettere sulla sua scrivania anche una
candela accesa. (p. 302)

Ma anche se alla table d’hôte si servisse gelato e champagne, sebbene si
organizzassero cavalcate sugli asini e gite in barca a vela in mare aperto, il piccolo
Johann non amava molto queste domeniche. (p. 399)